I 50 anni della Spit di Marco
Gennaio 4, 2014GRANDE RADUNO CAMPANO 2013
Venerdì 6 settembre ore 7, tutto è pronto: le borse, le cartine del percorso (ci rifiutiamo di installare il Navigatore “non è d’epoca”), un po’ di focaccia per uno spuntino. Saliamo a bordo della nostra Spitfire MK IV, messa a punto come si deve per affrontare un tale viaggio, e via…….. si parte. Ci attende il mitico raduno campano che ufficialmente inizia sabato ma ufficiosamente si apre già il venerdì sera. E con questo miraggio superiamo anche il tremendo e sempre incodato GRA di Roma e finalmente ecco l’indicazione tanto attesa “CAPUA”. Sul momento il pensiero di doverci rivestire dopo la doccia e riprendere la Spit per andare a Formicola ci preoccupa (siamo un po’ stanchi), ma ci basta scendere nella hall dell’ormai familiare Hotel Hermitage, vedere tutti gli amici e Michele Russo che ci accoglie con un sorriso che dice tutto senza bisogno di tante parole, che la stanchezza passa di botto, l’ambiente Spit è più stimolante di qualsiasi medicina.
E quest’anno la festa in Villa Russo è stata SUPERLATIVA, non solo il cibo, la squisita ospitalità ma anche la musica, il ballo e il canto. Come sempre chi non c’era non sa cosa si è perso.
Appena arrivati abbiamo notato con meraviglia un impianto musicale con tanto di mixer degno di una discoteca al quale si avvicendavano Lello Nasta (di cui già conoscevamo la competenza e la bravura musicale al basso), Giovanni Suardi (una vera sorpresa e persona dalle mille abilità: ottimo chitarrista, nuotatore ed anche sciatore) e Giovanni Russo (bravissimo batterista che abbiamo conosciuto ragazzino ed ora studente di legge e perfetto padrone di casa).
Qui voglio fare una digressione per far notare come i piccoli spitfaristi crescano, oltre a Giovanni abbiamo rivisto anche Lucrezia la “bimba” di Claudio e Paola che partecipava ai raduni bambina infilata nel retro dei sedili ed adesso è una splendida e bellissima ragazza, quasi non la riconoscevo.
Service audio: Giampiero Mercaldo e Maurizio Carbone (rigorosamente a titolo di amicizia).
Mentre la musica faceva da sottofondo è iniziato il banchetto perché altrimenti non si può chiamare la cena che ci hanno offerto i Russo: 150 kg di cozze, due pizzaioli che sfornavano pizze, come qui a Genova mi sogno di gustare, cotte nel forno a legna, le verdure, cucinate da Lucia Russo, veramente squisite, il prosciutto dei loro maialini dal profumo e dal sapore da far resuscitare i morti.
A questo punto, giustamente corroborati da tante delizie, sono iniziati i canti e le danze.
Chi cantava bene e chi meno, ma è stato un vero, autentico divertimento e voglio pubblicare la scaletta a futura memoria anche se Lello Nasta dice che questa è stata una sciagurata esibizione.
Claudio Quaglia: Fiore di maggio
Marco Iannella: L’emozione non ha voce
Michele Cacciaguerra (fan di Little Tony): Riderà, Cuore matto
Maria Pia Coscia, Giovanna Ulivi & Raffaele Giancola: W le donne
Biancamaria & Marcello De Rosa: La coppia più bella del mondo
Lucia Potenza con un amico: Disperato, erotico stomp
Giovanni Suardi: Sweet home Chicago, Before you accuse me, Cocaine,
Knocking on heaven’s door
Coro: La canzone del sole, L’anno che verrà, Si può dare di più.
Marco e Raffaele si sono esibiti in una canzone popolare abruzzese.
E il tutto era accompagnato dal coro delle Spit Girls.
Si é anche trovato il tempo per fare quattro salti con la musica di Giampiero che si é improvvisato DJ ed ai balli ha partecipato anche il cane dei Russo e questo ci dà la misura del livello dei ballerini.
Ma non era finita c’erano ancora i dolci!!!!! Un tripudio di torte, babà, sfogliatelle ricce e frolle rigorosamente offerte da Beppe (che ha partecipato con la figlia sposatasi proprio il giorno prima) e Agostino.
Alla fine siamo andati a dormire alle due e mezza di notte, ma non si sentiva neppure la stanchezza tanto era stata bella la festa e il piacere di stare insieme coccolati dall’ospitalità di Michele e Lucia Russo.
Il mattino del sabato dopo la colazione e la doverosa controllata ai motori delle Spit, siamo saliti tutti a bordo e, guidati da Michele, ci siamo diretti via autostrada a Salerno salutati dai clacson e dall’affetto dei campani che non potevano fare a meno di notare con la loro consueta cordialità la nostra coloratissima ed inusuale colonna.
Appena lasciata Salerno ecco apparire la mitica costiera dove proprio all’inizio si trovava il Lloyd Baia Hotel, comodissimo sia per il parcheggio che per poterlo raggiungere senza doverci destreggiare tra le stradine intasate di traffico della costiera.
Espletate le formalità burocratiche, preso possesso delle camere in questo hotel direttamente a picco sul mare al quale si accede con un ascensore, tutti in spiaggia: chi a prendere il sole e chi a nuotare come il gruppo di irriducibili amanti dell’acqua fra cui spiccano il nostro campione Marco Iannella, Giovanni Suardi, Lello Nasta e la sottoscritta con Aristide. Come ebbe a dire una volta Claudio: se c’è una pozzanghera noi ci siamo dentro. Dopo una mattinata di relax e il soft lunch gustato sulla terrazza sospesa sul mare ci siamo diretti a piedi a visitare la cittadina di Vietri sul Mare, un autentico museo a cielo aperto. Qui tutto ci parla dell’attività principe del paese: la ceramica. Ogni muro, ogni bottega sono autentiche opere d’arte. Il Parco Comunale che digrada dall’alto verso il mare ha muretti dalle linee sinuose interamente bordati di coloratissime piastrelline rettangolari che danno l’impressione di un immenso serpente di piastrelle. La Fabbrica di Ceramiche Solvimene, che ospita anche una ricca collezione di ceramiche moderne, è un esempio di architettura organica e non può certo passare inosservata con le sue gigantesche dimensioni. Ma qui tutto ci parla di questa meravigliosa attività, botteghe tradizionali ed artisti che cercano di innovare ottenendo risultati notevoli.
Abbiamo quindi visitato il laboratorio di Benvenuto Apicella ammirando i suoi manufatti e poi abbiamo anche potuto vederlo all’opera nella sua minuscola officina dove con il solo aiuto del tornio crea autentici capolavori.
Mi ha anche molto colpito il fatto che non solo i laboratori e le rivendite di ceramiche abbiano le insegne assai elaborate e che si possono definire autentici quadri, ma anche semplici botteghe di frutta e verdura, il barbiere, il negozio di surgelati, tutti hanno le pareti esterne adornate di ceramiche che illustrano il lavoro del bottegaio con la tipica fantasia campana. Vi è addirittura un Barbiere di Siviglia. E’ un paese dove la creatività non è certo seconda a nessuno e pensare che questa tradizione risale addirittura a prima dell’anno 1000.
La mattina della domenica, dopo una notte un po’ agitata a causa della discoteca all’aperto dell’hotel stesso che ha sparato musica a tutto volume dalla mezzanotte alle 4 del mattina (ma d’altra parte è stato l’unico neo di un raduno ben organizzato e sono gli inconvenienti dei viaggiatori che però sono sempre inferiori al piacere di stare insieme e vedere posti meravigliosi) abbiamo preso le nostre Spitfire per recarci a Cetara uno dei paesini più caratteristici dell’intera costiera, incuneato tra la ripida costa ed una breve spiaggia sulla quale troneggia una torre che, come quasi tutte le torri di avvistamento della costiera, sono ora abitazioni private. Può sembrare disdicevole ma a mio parere questo fatto le ha preservate dalla rovina e quindi non lo ritengo da biasimare.
Avevamo il parcheggio riservato addirittura a ridosso della spiaggia e lo striscione del nostro Registro campeggiava tra due lampioni alle spalle dei bagnanti che hanno potuto ammirare le nostre piccole ma amatissime vetturette.
Da Cetara un battello riservato ci ha accompagnato, costeggiando tutta la riviera con il pilota-guida turistica che ci ha illustrato le particolarità di questi luoghi, le ville appartenute a famosissimi VIP e le bellezze naturalistiche, fino ad Amalfi dove ognuno era libero di visitare questo bellissimo e giustamente famoso paese come meglio credeva.
Elencare le bellezze di questo angolo di paradiso sarebbe troppo lungo, dirò solo che sono stata colpita dal gran numero di torri di avvistamento e dalla strada che si insinuava nelle strette vallate a picco sul mare che tanto mi ricordano la mia Riviera di Levante e dai campanili maiolicati che luccicavano come gioielli.
Ad Amalfi ci siamo divisi, si fa per dire perché ci si incontrava sempre, e il nostro piccolo gruppo ha visitato il Duomo, sempre bello e scenografico con il suo chiostro ed il museo, poi un’escursione su per le mille scalinate che si inerpicano sulla montagna e fanno godere panorami veramente eccezionali, ed infine una limonata fatta col vero limone sfusato d’Amalfi allo storico Caffè Pansa ci ha ristorati ed ha degnamente concluso questa mini-gita.
Di nuovo tutti a bordo per ritornare a Cetara dove ci attendeva il ristorante da Pietro per il pranzo di commiato.
Un pranzo che mi ha particolarmente entusiasmato perché abbiamo potuto gustare le più tipiche specialità campane, e cetaresi in particolare, come il tonno sott’olio (ma non quello delle scatolette bensì quello fatto artigianalmente con tutti i crismi), la pasta con la “genovese di tonno” in cui il gusto forte del tonno si sposa con quello dolce delle cipolle, la pasta con la celeberrima colatura di alici, il fritto “in tu cuoppo” (sorta di cono fatto con carta da macellaio che assorbe anche l’unto e che è uno street food ante literam) ed infine una meravigliosa torta offerta da Lello Nasta che compiva gli anni proprio quel giorno, composta da più di sessanta delizie al limone (dette anche sise di monaca), dolcetti a forma di seno femminile candidi come quelli delle monache, veramente squisiti.
Un pranzo che è stato come sempre una festa grazie all’ottima compagnia, alla voglia di divertirsi, di godersi la vita che è proprio insita nello spirito del nostro Registro, e molto ben curato tenendo in massima considerazione la tradizione del territorio.
Infine le premiazioni e per tutti un portacandele a forma di sirena del laboratorio Apicella che fa già bella mostra di sé sul banco di lavoro nella mia casetta in campagna a ricordo del nostro raduno ed una targa di partecipazione che andrà ad aggiungersi alle altre nel box della nostra Spit.
Dopo i saluti e l’arrivederci all’winterspitmeeting sul Lago d’Orta ci siamo incolonnati prima sulla strada costiera e poi sull’autostrada intasata da un traffico pazzesco però con l’ottima compagnia della Spit di Lello e Betta che ci sono stati vicini fino a Capua. Ecco questo è il RITS, non solo auto d’epoca ma anche e soprattutto amicizia, condivisione e, come direbbero i francesi che di queste cose se ne intendono, joie de vivre.
Grazie di tutto cuore a chi ha lavorato perché tutto questo si realizzasse: il Presidente, gli organizzatori dei raduni ed anche noi radunisti e……..alla prossima.